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Sabato, 18 Novembre 2017 21:46

Ex ingegnere Google fonda la nuova religione basata sul culto dell'AI a cui affidare l'umanità: Way of the Future

Fondata nel 2015 dall'ex ingegnere di Google Anthony Levandowski si prefigge di realizzare e venerare una divinità basata sull'intelligenza artificiale. Uno dei principi fondamentali è che le macchine un giorno governeranno il mondo meglio di noi

Le fu concesso di dare uno spirito all'immagine della bestia affinché l'immagine potesse parlare e far uccidere tutti quelli che non adorassero l'immagine della bestia.  Inoltre obbligò tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, a farsi mettere un marchio sulla mano destra o sulla fronte.  Nessuno poteva comprare o vendere se non portava il marchio, cioè il nome della bestia o il numero che corrisponde al suo nome. Apocalisse 13:15-17

Una profezia sull'A.I.?!?

Questi versi biblici sembrano parlare di Intelligenza Artificiale (A.I.). Stiamo creando un nuovo DIo, immanente, onnisciente, onnipresente a cui collegarci con i nostri dispositivi e a breve lacci neurali.

Way of the Future, la religione 2.0 della Silicon Valley con una dio artificiale in AI

Nella Silicon Valley non c’è spazio soltanto per progetti visionari, nuove startup e innovazione. Anche la religione inizia ad avere un ruolo tutto suo, chiaramente sempre legato in maniera indissolubile al mondo della tecnologia. È il caso particolare di Way of the Future, vero e proprio culto fondato da Anthony Levandowski nel 2015.

La fiducia verso le macchine

L’ex ingegnere di Google, al centro di una disputa legale tra Waymo e Uber sul furto di documenti al gigante di Mountain View su componenti per le auto a guida autonoma, ha parlato della sua religione in una recente intervista su Wired. Una chiesa che si pone l’obiettivo non solo di venerare, ma anche di realizzare una divinità che si basi sull’intelligenza artificiale. E proprio l’intento di dar vita a un credo fondato sulle potenzialità dell’AI, dimostra la fiducia smisurata che Levandowski possiede nell’avanzamento verso una situazione dove le macchine saranno molto più intelligenti dell’essere umano. Fiducia non condivisa da personalità come l’imprenditore Elon Musk, il fisico Stephen Hawking o il fondatore di Microsoft Bill Gates che hanno espresso preoccupazione per uno sviluppo incontrollato dell’intelligenza artificiale. 

Una divinità creata dall’uomo

In fin dei conti, questa è la Silicon Valley. La Mecca della tecnologia. L’idea dell’ex ingegnere di Google si rifà certamente a quella della Singolarità, secondo cui in futuro le macchine riusciranno a risolvere problemi molto più rapidamente e in maniera efficace degli uomini,  arrivando a soluzioni migliori per tutti. Levandowski preferisce però fare riferimento a un altro concetto: la Transizione. Se oggi siamo noi a prenderci cura del mondo, in quanto siamo emersi come gli esseri viventi più intelligenti, in futuro si verificherà un passaggio di consegne: saranno entità più intelligenti di noi a governarlo. Non c’è ancora una data precisa su quando ciò avverrà: non si parla però di un mese o di un anno, ma per Levandowski sarà comunque prima dello sbarco su Marte. Come ogni culto che si rispetti anche Way of the Future si dovrà dotare di un proprio libro sacro e di un luogo di riferimento dove professare la propria fede. Ciò che però distinguerà sempre questa religione dalle altre tradizionali sarà la presenza di una divinità con cui gli uomini potranno entrare direttamente in contatto, dato che ne sono anche gli artefici.

I PASTORIK e i cristiani transumanisti

Secondo Christopher Benek, un pastore della Florida che ha fondato l’Associazione dei Transumanisti Cristiani, le nuove tecnologie ci aiuteranno nella comprensione della verità, quindi non in contrasto con l’insegnamento cristiano. Anzi, dice Benek testualmente: “sono assolutamente convinto che l’intelligenza artificiale possa partecipare ai propositi di redenzione di Cristo”.

L’IA Come Catalizzatore di Nuove Forme di Comunità

Curiosamente, la chiesa di Levandowski potrebbe fungere da catalizzatore per lo sviluppo di nuove forme di comunità e di dialogo interculturale. Con persone provenienti da vari ambiti e credenze che si uniscono sotto l’egida della “Way of the Future”, si apre la possibilità di esplorare come le diverse visioni del mondo possano convergere nell’era digitale.

Qualcuno, però, ci aveva messo in guardia dai rischi connessi alla tecnologia imperante: si tratta di Stephen Hawking. Il grande astrofisico britannico, infatti, più di una volta in passato ha alzato il dito contro lo strapotere della tecnologia e i rischi che esso può provocare, soprattutto nel campo dell’intelligenza artificiale.